domenica 14 ottobre 2012

TRIESTE – FORA PER FORA









Si sono chiuse le danze e le cerimonie di questo primo Trieste Next. Tutti i partecipanti si saranno fiondati al banchetto offerto dal Merano WineFestival. Questa volta l’ho evitato, mi sarei vergognato ad incontrare per la terza volta quei due signori anziani che nelle altre occasioni si erano così gentilmente prodigati affinchè assaggiassi ogni loro pietanza.
Mi dirigo così dal Teatro Verdi di Trieste, attraversando Piazza Unità d’Italia che comincia a colorirsi dei colori del tramonto e si riempie di sceniche luci blu come il mare, verso le vie che dirigono alla zona del mio ostello, davanti al Museo Sartorio.
E’ domenica sera, circa le 20.30, tutto il pomeriggio non avevo fatto altro che fantasticare su quale cenetta mi sarei concesso, ma una volta arrivata l’ora…tutte le osterie di cui ero a conoscenza si sono rivelate chiuse, serrate…purtroppo così non era per il mio appetito che è stato da subito colto alla sprovvista. Proprio mentre mi rassegnavo all’idea di un sonno in castigo, senza cena, ho trovato un pertugio tra alcuni palazzi. Trattasi di un pub, ma non un pub marchigiano, un pub triestino e allora si fa interessante.
Entro, mi piazzo su un largo e comodo tavolo, un miraggio per i ristoranti cittadini! L’ambiente è proprio da birreria: legno, tubature di rame, poster di copiose donne bavaresi che offrono copiosi boccali di birra e tanta mascolinità. Nonostante questo il pub, ForaperFora, è gestito da sole donne. Due in cucina e due che servono ai tavoli.
Mi vengono narrati i piatti del giorno, così mi dirigo su quelli…per prima cosa arriva il mio boccale di birra. Un sorso per acclimatarsi.
Aspetto poco ed arriva un grande piatto di spaghetti, conditi con pomodoro fresco, prezzemolo ed un bel polipetto affogato in questo gustoso sugo…cosa potevo fare se non gustarli con quei deliziosi e morbidi tentacoli (già il nome è una tentazione) ed alla fine tuffare due belle fette di pane in quel golfo di sugo rosso, come se si fosse consumata una battaglia, una mattanza in mare, ma non era il mare, era il mio piatto ed era lì…E’ STATA UNA MERAVIGLIOSA SCARPETTA.

Avrei potuto fermarmi ma …volevo completarmi. Qualche deficienza va in qualche modo soddisfatta.
Ho ordinato così dei calamari fritti. Credo che abbiano dato una lavata al piatto degli spaghetti e lo abbiano riempito di questa montagna di fritto, al punto che ho pensato…l’avremo ordinato in più persone!
Invece no! Quelle sante donne della cucina, veri matrone del focolare e non come molte altre e più “emancipate” donnette di oggi, avevano visto un viandante da sfamare…e mi sono sfamato al limite dell’appetito. Grandi cuoche, non c’è che dire!


Mi è piaciuta molto la clientela di questo piccolo angolo triestino. C’eravamo io ed un signore anziano, abbiamo scelto le stesse portate, il che non ha fatto altro che delineare in me un certo rispetto e riverenza per costui. Altri maliziosi e maligni potrebbero asserire che sono un vecchio…beh sì su molte cose lo sono, amen.
Altri buoni commensali erano tali omaccioni, alcuni ancora in tuta da lavoro ed altri che ho capito essere romani, amabili romani. Simpatico è stato il momento in cui uno dei lavoratori ha ordinato solo due mozzarelle e la cameriera iniziò a preoccuparsi sulla sua condizione fisico-emotiva.
Altra perla fu una mamma che entrò con la figlioletta ed ordinò per entrambe degli spaghetti con le vongole; cioè una bimba che nel 2012 mangia delle vongole!!!! E non sono quelle del barattolo del supermercato, c’è ancora speranza allora!!

La frittura è finita, così come il brandy che sto bevendo mentre scrivo, un’ultima bottiglia di Stock 84 Riserva, vecchia, made in Trieste. Quella sera invece bevvi un amaro Trieste, con gli omaggi delle signore di ForaperFora